COMUNICATO STAMPA CGIL, CISL, UIL, ANOLF, ARCI LIGURIA
Genova, 25 luglio 2015 - L’idea della Regione Liguria di un CIE sul nostro territorio è irricevibile. è quanto affermano Cgil, Cisl, Uil, Anolf e Arci Liguria. Il tema riguarda l'accoglienza come sancita da tutti i trattati internazionali e dalla nostra Costituzione.
L’accoglienza deve essere messa a sistema, coordinata a livello regionale e soprattutto caratterizzata da una diffusione sul territorio. In questo ci sentiamo di sostenere lo sforzo dell'Anci ligure nel coinvolgere più comuni evitando di concentrare solo su alcuni di questi i numeri dell’accoglienza. Se infatti ipoteticamente i 235 comuni della nostra regione accogliessero ciascuno 7 richiedenti asilo/rifugiati si potrebbe soddisfare la richiesta arrivando a 1645 posti (oggi siamo a circa 1200). La Regione potrebbe svolgere un ruolo importante di supporto agli enti locali e di coordinamento con prefetture e Anci. Invece assistiamo a continui annunci che non spostano di una virgola il problema e, sistematicamente, lasciano soli amministratori e comunità locali. Ventimiglia ne è l'esempio lampante.
Siamo e rimaniamo una regione con una forte e radicata tradizione d'intervento sociale diffuso, promosso da molteplici organizzazioni del sociale che da sempre, trasversalmente, lavorano per una reale e concreta integrazione, un lavoro spesso in rete con gli enti locali. Per questi motivi, gli annunci della Regione volti all'apertura di un CIE, oltre ad apparire come una provocazione, risultano inutili sul piano della risoluzione delle problematicità legate all'accoglienza. Annunci peraltro rispediti al mittente pure dalla Prefettura di Genova che ha fatto notare come per i CARA e i CIE sia stato avviato un processo di dismissione. Nel mentre è notizia di ieri di altri 50 dispersi nel Mediterraneo. Cgil, Cisl, Uil, Anolf e Arci invitano la Regione Liguria a lavorare concretamente, uscendo una volta per tutte dalla sola propaganda.
A noi è ben chiaro da tempo come l'attuale situazione sia frutto di scelte errate (e di non scelte) da parte dell'Unione Europea e di Palazzo Chigi. Denunciamo da tempo che non è possibile risolvere un tema di così grandi dimensioni mettendoci sempre delle pezze e mai affrontandolo organicamente. Sono i numeri a dirlo, non noi. Occorrono, ad esempio, politiche di partnership con i paesi della sponda sud del Mediterraneo. Ma non possiamo permetterci di avere anche una Regione che invece che fare il proprio dovere, alimenta sentimenti di paura in un quadro già complicato di suo. E' qui che si alimentano tensioni e insicurezza che non vanno strumentalizzate.
Solo una politica seria a tutti i livelli può coniugare accoglienza e sicurezza.
CGIL, CISL, UIL, ANOLF, ARCI LIGURIA
Nessun commento:
Posta un commento