
Ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di introdurre il ‘delitto di solidarietà’ che risponde alla logica italiana ed europea di esternalizzazione del controllo delle frontiere e delle operazioni in mare ai vicini libici. Dopo aver usato i soldi dei contribuenti italiani ed europei per formarli e equipaggiarli, si cerca di liberare il campo da chi salva vite umane per lasciare in mano i migranti a chi li respinge per delega ricevuta dall’Italia e dall'UE, anche se in flagrante violazione della Convenzione di Ginevra. Chiunque cerchi di bloccare questa deriva delle politiche nostrane cercando di salvare vite umane viene ostacolato attraverso una sistematica criminalizzazione, come emerge chiaramente anche dalla strategia di Minniti nella trattativa per la firma del Codice di Condotta.
Preoccupa molto il comportamento della magistratura che, nonostante i precedenti dimostrino tutti che non c’è alcun appiglio giuridico per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e che il salvataggio in mare è un obbligo per chiunque, insiste su una linea che serve soltanto a criminalizzare la solidarietà e che nulla ha a che fare con la giustizia e il rispetto della legalità.
Quanto successo ieri ai membri dell’equipaggio della ong ProActiva Open Arms, cosi come i tentativi di mettere in difficoltà i superstiti che avevano a bordo, è un segnale evidente di un cinismo sempre più dilagante del governo italiano uscente, condiviso in contesto europeo, che trova orecchie sensibili in quei magistrati pronti ad azioni di pura propaganda. Roma, 19 marzo 2018
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