Dal sito Arci Nazionale, articolo di Massimo Cortesi, responsabile nazionale Arci Memoria e Antifascismo del 24 gennaio 2019 - fonte Arcireport n.2.
"Il 27 gennaio del 1945 le truppe russe, liberando Auschwitz, resero partecipe il mondo dell’incubo dell’Olocausto: lo sterminio di 6 milioni di ebrei (Shoah), la ‘riduzione etnica’ di quasi 4 milioni di slavi; la morte di 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici; i quasi 2 milioni di dissidenti politici eliminati (in gran parte comunisti e socialisti), e così i rom, i disabili, Testimoni di Geova ecc. C’è chi pensa che mai più potrà accadere, addirittura abbiamo visto raddoppiare tra il 2014 e il 2017 le persone che ritengono inutile ricordare (si è passati dall’11% al 23% – fonte SWG).
Anche voci importanti, che hanno inciso sulla loro pelle l’Olocausto a partire da Liliana Segre, nei loro interventi più recenti manifestano preoccupazione e pessimismo. «Penso che nel giro di pochi anni, quando sarà morto l’ultimo di noi, la storia della Shoah diventerà prima solo un capitolo in un libro di storia, poi una riga e poi non ci sarà più nemmeno quella» dice appunto la Segre. Era un grido che lanciava già Primo Levi, quando sosteneva che la memoria di Auschwitz andava via via scomparendo.
È una preoccupazione reale che ci obbliga a guardare con maggior attenzione il presente, perché la fase revisionista e negazionista sta prendendo più forza, in un mondo sempre meno attento ad approfondire e più intento a inseguire slogan.
Anche i fenomeni di razzismo non sono solo in forte crescita, ma vengono utilizzati strumentalmente ..." continua a leggere cliccando QUI.
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