L’Arci è tra le 235 associazioni italiane che hanno firmato l’appello
di WAVE per fermare l’attacco ai contenuti della Convenzione di
Istanbul
1166 organizzazioni di 42 paesi hanno inviato
una lettera al Segretario Generale del Consiglio d’Europa per affermare
che la convenzione di Istanbul va applicata, non modificata in nessuna
delle sue parti. L’iniziativa è partita da WAVE – Women Against Violence
Europe, la rete europea dei centri antiviolenza del cui comitato
direttivo fa parte anche D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, che
in Italia ha raccolto ben 235 sottoscrizioni da parte di altrettante
associazioni.
La lettera di WAVE è la risposta
all’attacco portato alla Convenzione di Istanbul con una lettera
indirizzata al Segretario del consiglio d’Europa da 333 organizzazioni,
in parte di matrice cristiana e antiabortista, in parte espressione di
forze politiche oltranziste di destra, di 9 paesi, in cui si chiedeva
l’avvio di un processo di revisione della Convenzione di Istanbul sulla
prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza
domestica, in particolare rispetto a due punti: – sostituire i
riferimenti all’uguaglianza di genere con uguaglianza tra uomini e
donne; – consentire ai paesi di apporre delle riserve in sede di
ratifica della Convenzione agli articoli che avessero giudicato
controversi e ideologici.
Come si legge nella lettera
inviata da WAVE al Segretario Thorbjørn Jagland, si tratta di richieste
che hanno “un grave impatto sulla prevenzione delle diverse forme di
violenza e sulla protezione delle donne e ragazze che ne sono vittima”,
per cui “rifiutiamo in toto ogni iniziativa tesa a consentire che si
pongano riserve alle disposizioni chiave della Convenzione”.
La versione italiana della lettera di WAVE al Segretario generale del Consiglio d’Europa
La lettera_delle 333 organizzazioni che hanno chiesto la revisione della Convenzione di Istanbul
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