lunedì 7 maggio 2018

La Convenzione di Istanbul non si tocca. Va ratificata e applicata

L’Arci è tra le 235 associazioni italiane che hanno firmato l’appello di WAVE per fermare l’attacco ai contenuti della Convenzione di Istanbul
1166 organizzazioni di 42 paesi hanno inviato una lettera al Segretario Generale del Consiglio d’Europa per affermare che la convenzione di Istanbul va applicata, non modificata in nessuna delle sue parti. L’iniziativa è partita da WAVE – Women Against Violence Europe, la rete europea dei centri antiviolenza del cui comitato direttivo fa parte anche D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, che in Italia ha raccolto ben 235 sottoscrizioni da parte di altrettante associazioni.
La lettera di WAVE è la risposta all’attacco portato alla Convenzione di Istanbul con una lettera indirizzata al Segretario del consiglio d’Europa da 333 organizzazioni, in parte di matrice cristiana e antiabortista, in parte espressione di forze politiche oltranziste di destra, di 9 paesi, in cui si chiedeva l’avvio di un processo di revisione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, in particolare rispetto a due punti: – sostituire i riferimenti all’uguaglianza di genere con uguaglianza tra uomini e donne; – consentire ai paesi di apporre delle riserve in sede di ratifica della Convenzione agli articoli che avessero giudicato controversi e ideologici.
Come si legge nella lettera inviata da WAVE al Segretario Thorbjørn Jagland, si tratta di richieste che hanno “un grave impatto sulla prevenzione delle diverse forme di violenza e sulla protezione delle donne e ragazze che ne sono vittima”, per cui “rifiutiamo in toto ogni iniziativa tesa a consentire che si pongano riserve alle disposizioni chiave della Convenzione”.

La versione italiana della lettera di WAVE al Segretario generale del Consiglio d’Europa

La lettera_delle 333 organizzazioni che hanno chiesto la revisione della Convenzione di Istanbul

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