comunicato stampa Arci Nazionale
La scelta del presidente Trump di spostare la sede dell’ambasciata Usa a Gerusalemme è grave e sconsiderata. L’Unione Europea e l’Italia si attivino per fargli abbandonare questa decisione
E'
grave e sconsiderata la decisione del Presidente Donald Trump di
trasferire la sede diplomatica degli Usa in Israele da Tel Aviv a
Gerusalemme.
Un
processo di pace che dura 50 anni - in cui tutte le dichiarazioni
debbono essere misurate alla virgola – che già non godeva di buona
salute, è ora gravemente compromesso da una dichiarazione che, ancora
una volta, denota la straordinaria faciloneria e irresponsabilità con la
quale l'attuale Amministrazione Americana si muove in politica estera.
Lo
status internazionale di cui gode Gerusalemme, voluto dalle Nazioni
Unite, tiene conto della sua peculiarità di città multireligiosa -
essendo riconosciuta come Città Santa dai cristiani, dai musulmani,
dagli ebrei - non può permettere a nessuno Stato di rivendicarla da solo
come propria capitale, tantomeno da uno stato confessionale.
Il
peggior incubo di tutti gli stati arabi si è realizzato, è una
decisione che ridà fiato ai falchi e al fronte più conservatore della
destra israeliana, può riaccendere una miccia di cui è difficile
immaginare le conseguenze: lo stato di preallerta in tutte le ambasciate
e i “tre giorni di collera” dichiarati dall'Anp sono solo l'inizio di
una molto probabile escalation.
Chiediamo
all'Unione Europea di adoperarsi con l'Amministrazione Usa - con tutti i
mezzi negoziali a sua disposizione - perchè la boutade americana
rimanga tale, perchè non dimentichi la risoluzione votata dal proprio
Parlamento nel dicembre 2014 che ha riconosciuto lo Stato di Palestina e
Gerusalemme come capitale sia dello stesso, sia dello Stato di Israele.
Chiediamo
al nostro Paese di svolgere – in continuità con la propria storia
diplomatica in Medio Oriente e in particolare nella questione Israelo
Palestinese – il ruolo di facilitatore nella ripresa del dialogo tra i
due Paesi e l'annullamento della prima tappa del 101° Giro d'Italia di
ciclismo, inopinatamente collocata proprio nella città di Gerusalemme:
lo sport può contribuire molto nella negoziazione di pace ma può fare
anche molti danni in senso opposto. Auspichiamo quindi un immediato
ripensamento da parte degli organizzazione del Giro d'Italia e del Coni.
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