Oggi la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che istituisce, il 21 marzo, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia.
Sono passati più di due decenni da quel primo 21 marzo in cui in piazza del Campidoglio a Roma, furono ricordati i nomi delle tante, troppe vittime innocenti morte per mano mafiosa. Nel tempo questa è diventata un’iniziativa diffusa in tutta Italia, un modo per ricordare insieme, ma anche per rinnovare il nostro impegno, fatto di tante piccole e grandi iniziative, per la giustizia, la verità, la democrazia.
Dalla Carovana antimafie ai campi della legalità, la nostra lotta contro la criminalità organizzata, in tutte le forme in cui si manifesta, è diventata ormai parte della nostra identità. Una battaglia che deve essere innanzitutto di carattere culturale, attraversare i luoghi del disagio, utilizzare strumenti diversi per trasmettere un messaggio di civiltà e di riscatto, di speranza nel futuro, soprattutto alle nuove generazioni.
E’ quindi con soddisfazione che apprendiamo della decisione della Camera, ma siamo anche consapevoli che è solo un primo passo, per quanto di alto valore civile e simbolico.
Ad esso si devono affiancare provvedimenti che garantiscano assistenza e protezione ai familiari di chi è stato soprafatto dalla violenza mafiosa, ma anche a chi al ricatto mafioso cerca di sottrarsi mettendo quotidianamente a rischio la propria vita. Non lasciamoli soli.
Sono passati più di due decenni da quel primo 21 marzo in cui in piazza del Campidoglio a Roma, furono ricordati i nomi delle tante, troppe vittime innocenti morte per mano mafiosa. Nel tempo questa è diventata un’iniziativa diffusa in tutta Italia, un modo per ricordare insieme, ma anche per rinnovare il nostro impegno, fatto di tante piccole e grandi iniziative, per la giustizia, la verità, la democrazia.
Dalla Carovana antimafie ai campi della legalità, la nostra lotta contro la criminalità organizzata, in tutte le forme in cui si manifesta, è diventata ormai parte della nostra identità. Una battaglia che deve essere innanzitutto di carattere culturale, attraversare i luoghi del disagio, utilizzare strumenti diversi per trasmettere un messaggio di civiltà e di riscatto, di speranza nel futuro, soprattutto alle nuove generazioni.
E’ quindi con soddisfazione che apprendiamo della decisione della Camera, ma siamo anche consapevoli che è solo un primo passo, per quanto di alto valore civile e simbolico.
Ad esso si devono affiancare provvedimenti che garantiscano assistenza e protezione ai familiari di chi è stato soprafatto dalla violenza mafiosa, ma anche a chi al ricatto mafioso cerca di sottrarsi mettendo quotidianamente a rischio la propria vita. Non lasciamoli soli.
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